Ciao dal 2 Giugno 2015

Sbadigli in tribuna autorità, applausi della tantissima gente e delirio alle prove.
La Parata dello scorso due giugno ha presentato qualche novità rispetto alle edizioni precedenti. Il morale delle truppe certamente è stato alto sin dalle prove, sia a Guidonia che soprattutto quelle notturne del 29 maggio ai Fori Imperiali, dove le ore di ozio che hanno preceduto l’ammassamento e il defilamento sono state condite da goliardici sfottò e una gioia molto diffusa, specialmente dai paracadutisti che hanno trovato un’ottima spalla nella fanfara della Taurinense e dai corpi civili, ammassati invece pochi metri più in fondo alle Terme di Caracalla. https://youtu.be/306NVcvrcTU La fanfara dei Bersaglieri e i Forestali hanno animato l’intero settore prendendo letteralmente in ostaggio Crocerossine e Corpo Militare CRI. Più silenziosi i militari della Marina, dopo l’indicibile affair “gavettone” dello scorso anno che si credeva fosse l’unico motivo dell’assenza del Comsubin dalla parata. Ci avevamo creduto anche noi che un gavettone tirato dai giganti verdi della Marina all’indirizzo del Capo di Stato Maggiore della Marina fosse l’unico motivo della loro mancata partecipazione, ma poi ci siamo guardati un po’ intorno. Le forze speciali mancavano praticamente ovunque: Il 9° Col Moschin e gli Alpini del 4° Parà sono rimasti altrettanto in caserma. Tra le forze di Polizia una fila per uno tra NOCS e GIS, che erano impersonati da uomini di altre specialità data la loro contenuta mole corporea. Il perchè di tale scelta resta misterioso: c’è chi parla di addestramento delle forze speciali in vista delle operazioni contro gli scafisti in Libia e chi di eccessivo buonismo.
Ad ogni modo noi che abbiamo sempre esecrato le polemiche sul due giugno, non inizieremo certo a farne oggi.

Osserviamo però, oltre alla giusta attenzione – che sempre si poteva dare – agli atleti militari e a quelli paralimpici, che l’iniziativa degli ombrelli colorati dei bambini, che hanno occupato metà della tribuna fotografi ammassando gli operatori dell’informazione in una tonnara, non si sa bene quale contributo abbiano aggiunto. Dallo scorso anno il ritorno delle Frecce Tricolori, rimaste nell’hangar per le edizioni 2012 e 2013 sotto al loden di Mario Monti che la sarta aveva riadattato anche un po’ ad Enrico Letta, ha esercitato uno straordinario effetto traino per la partecipazione popolare che è stata altissima, a livello delle parate dell’era Ciampi. Qualche polemica l’ha suscitata l’autore dei testi che sono stati distribuiti sia alla stampa – inclusi i cronisti della Rai – che letti dall’annunciatore ufficiale su via dei Fori. La Musica d’Ordinanza dei Granatieri ha sfilato nel grigio verde della Grande Guerra ed è stata venduta per la tenuta del 1848. La data di fondazione del primo Reggimento, scritta chiaramente sui tamburi in 1659 è stata letta per 1748 mentre la fondazione dei Corazzieri è stata anticipata al 1540 rispetto al 1868. L’affronto più grave è stato inferto alla Brigata Sassari che è stata accorpata ai Granatieri di Sardegna. L’accuratezza dei testi in una parola: un disastro. Tra le altre cose, ben tornate divise storiche. Sono uscite dai magazzini quelle confezionate per la parata del 2011 dei 150 anni dell’Unità, tra cui le prime file della compagnia storica della Guerra di Liberazione in divisa inglese del CIL, cosa che probabilmente non è nemmeno conosciuta da chi ha scritto i testi ma che il consulente militare che stava in cabina di commento Rai, solitamente il generale Fogari, non mancava di sottolineare. Un ultimo appunto sulle divise storiche del ’15-’18: non abbiamo capito bene di che colore fossero dato che ogni reparto, a seconda della sartoria ch ha preso l’appalto, ne aveva repliche di tinte sensibilmente diverse. Solo quelle dei Sassarini erano ineccepibili. Per il resto, dato il budget che le viene dedicato, la parata non è destinata ad avere novità di rilievo, sebbene il sapore di molti dei tagli che le hanno inferto è di sapore decisamente demagogico. Vadano i carri armati e i sorvoli aerei, ma se ogni corpo civile sfilasse con la sua banda e la parata durerebbe mezz’ora in più di sola musica. Quale sarebbe il costo? Il lucido per gli ottoni?

All’anno prossimo.

MARCO POTENZIANI per ALAMARI MUSICALI

Cassino

Grazie all’intenso lavoro dell’Assessore alla Cultura Danilo Grossi, del Sindaco Giuseppe Golini Petrarcone e del consigliere comunale Danilo Salvucci e soprattutto grazie alla fattiva collaborazione del 80° Reggimento Addestramento Volontari dell’ Esercito Italiano i cittadini del comune di Cassino hanno avuto la possibilità di assistere al concerto della Banda Musicale dell’ Esercito Italiano. Esso si è tenuto presso il Teatro Manzoni di Cassino alle ore 11.00 di domenica 3 novembre 2013, come anticipazione del “Giorno dell’Unità nazionale e Festa delle Forze armate” che si celebra in tutta Italia il 4 novembre e alla vigilia delle numerose cerimonie ed eventi previsti per il prossimo anno 2014 per commemorare il settantesimo anniversario della distruzione di Cassino e dell’Abbazia di Monte Cassino, avvenuta in conseguenza dell’occupazione da parte delle truppe germaniche e dei bombardamenti da parte delle truppe alleate.
Queste le parole del Sindaco di Cassino, pronunciate al termine del concerto: <<Per noi è stato un onore oltre che un privilegio ospitare, nel nostro Teatro cittadino, la Banda Musicale dell’Esercito Italiano. Le note che abbiamo avuto modo di ascoltare da parte dei virtuosi musicisti della Banda dell’Esercito hanno un valore particolare e rappresentano l’anteprima della giornata di domani, 4 novembre, quando, come accade ogni anno, celebreremo presso il Monumento ai Caduti la giornata dedicate alle Forze Armate. La grande di partecipazione di pubblico oltre a testimoniare l’ottima qualità del concerto offerto, dimostra anche l’affetto che tutti i cittadini nutrono nei confronti delle Forze dell’Ordine. Il concerto è stata anche l’occasione per ringraziare tutte le Forze Armate per il loro lavoro che quotidianamente svolgono: un lavoro che ha l’obiettivo di garantire a tutti noi la possibilità di vivere in modo più sicuro. Il mio ringraziamento e quello dell’intera cittadinanza va quindi all’ Esercito Italiano, che ci ha regalato questa bellissima giornata che arricchisce ulteriormente il già folto calendario di eventi in programma per celebrare nel modo migliore i settant’anni dalla distruzione della nostra città. Una giornata che testimonia anche gli ottimi rapporti che ci sono tra le istituzioni ed in particolare, in questo caso, mi riferisco ai contatti costanti tra il Comune e l’80° R.A.V. di Cassino.>>
Tra il pubblico c’eravamo anche noi di Alamari Musicali, che consideriamo un onore, un piacere e un privilegio poter assistere a un concerto che abbiamo atteso con particolare impazienza, curiosità ed emozione poiché avevamo avuto modo di assistere alla prima prova di un programma che avevamo trovato, sin dal primo “assaggio” decisamente “difficile” e interessante. Dopo aver osservato in prima persona con quanto impegno e professionalità lavorano i musici e quanta maestria e “fatica” richieda il ruolo del vicedirettore, letteralmente non vedevamo l’ora di ascoltare il frutto di tutto questo: sentirli suonare oggi e vedere il capitano Antonella Bona dirigerli con leggiadra autorevolezza ha dato a tutti, persino a noi, l’impressione che la musica militare e sinfonica rappresentino il “lavoro” più facile del mondo… Eravamo anche curiosi di vedere come il pubblico avrebbe accolto la proposta di brani che si discostano un poco da quelli che solitamente gli spettatori richiedono, quali le “solite” arie della musica lirica italiana o qualche canzone popolare o, al massimo, gli inni o marce militari più noti: abbiamo notato con estremo piacere che il folto pubblico presente in sala ha gradito e applaudito con entusiasmo non solo le trascrizioni originali per banda della Sinfonia dall’opera Nabucco di Giuseppe Verdi (scritta da Franco Cesarini) e della Sinfonia dall’opera Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi (scritta da Wolfgang Wössner), ma anche le composizioni originali per banda “Fanfare for the common man” di Aaron Copland, Canterbury Chorale di Jan Van Der Roost, i cinque movimenti (Normandie, Bretagne, Ile-de-France, Alsace-Lorraine e Provence) della “Suite française” di Darius Mildaud, il prologo sinfonico per fiati “Rushmore” di Alfred Reed e la “Commando March” di Samuel Barber.
Alcuni tra voi – lo sappiamo – storceranno il naso e lamenteranno il fatto che si siano scelti grandi autori stranieri. Sappiate che i grandi compositori italiani – compreso Pietro Mascagni che tenne a battesimo e frequentava assiduamente la Banda dell’Aeronautica Militare – utilizzavano spesso gli organici delle bande, affidandogli anche parti importanti, nell’esecuzione delle proprie opere (p. es. Giuseppe Verdi e Gioacchino Rossini che indubbiamente amavano la banda), ma nessuno di loro si è mai degnato di comporre brani e sinfonie appositamente per banda e la situazione non è di molto migliorata negli anni successivi o al giorno d’oggi…. Pensate che l’unico italiano compositore famoso di musica cosiddetta “alta” che abbia scritto un pezzo appositamente per l’organico della banda fu Ottorino Respighi, anch’egli “frequentatore” assiduo delle bande militari italiane: nel 1932 egli compose la bellissima “Huntingtower Ballad” per la New York Military Band, su richiesta del suo “patron” Edwin Goldman, rinomato direttore, pianista e compositore americano.
Noi di Alamari Musicali, nel nostro piccolo, ci facciamo portavoce delle “lamentele” e, soprattutto, degli auspici confidatici da tutti i direttori delle Bande Musicali “Ministeriali” (Aeronautica, Carabinieri, Esercito, Guardia di Finanza, Marina e Polizia di Stato) in occasione di un recente convegno oltreché dei direttori delle Bande minori (inteso nel senso del numero dei componenti l’organico) e delle cosiddette Bande Dipartimentali delle stesse Forze Armate e dei Corpi di Polizia (tali possono essere considerate anche le Fanfare dell’Arma dei Carabinieri che in realtà hanno organico ridotto, ma strutturato in modo similare e speculare a quello dalla Banda) e delle Fanfare a Cavallo (Polizia di Stato, Lancieri di Montebello e Fanfara del 4 reggimento Carabinieri a Cavallo) e ci appelliamo ai moderni compositori italiani di “musica alta” – sempre che ce siano 😉 – perché si decidano a scrivere per i nostri Corpi bandistici militari e la smettano di snobbarli. Siamo, sinceramente, stanchi e demoralizzati nel sentire la solita complimentosa solfa della “Banda che suona come un’orchestra” al punto tale che ai nostri volontari è capitato di dire ai musici di alcune bande che frequentiamo anche nei dopo-concerto (le amiamo tutte parimenti, ma non tutte parimenti ci amano) la frase “Questa è una banda che mangia come un’orchestra (chiaramente in riferimento alla differenza di organico), ma che – grazie a Dio – suona ancora come una Banda!”.