Piccolo contributo per diffondere, in Italia e nel mondo, la conoscenza e l'amore per le Bande e le Fanfare delle Forze Armate, dei Corpi di Polizia e delle Associazioni d'Arma della Repubblica Italiana, della Repubblica di San Marino e dello Stato della Città del Vaticano.
(foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
Il Presidente della Repubblica Italiana (Sergio Mattarella) ha ricevuto – nel Palazzo del Quirinale – il Presidente della Repubblica del Kazakistan (Kassym-Jomart Tokayev). La Banda musicale dell’Esercito Italiano, diretta dal Maestro Magg. Filippo Cangiamila, ha eseguito gl’inni nazionali dei due Paesi – Menıñ Qazaqstanym, composto da Şämşi Qaldayaqov nel 1956 e adottato quale inno nazionale della Qazaqstan Respublikasy (da noi un tempo chiamato Cosacchia o Terra dei Cosacchi) nel 2006, e Il canto degli Italiani, composto e scritto, nel 1847, da Michele Novaro (che si basò su un poemetto patriottico scritto da Goffredo Mameli) e divenuto inno nazionale della Repubblica Italiana nel 2017 (de facto lo era già dal 1946) – e la marcia d’ordinanza del 3° reggimento Granatieri di Sardegna (nota con il titolo I pifferi), composta nel 1775 per quest’antica e gloriosa specialità dell’Armata Sarda poi del Regio Esercito e infine dell’Esercito Italiano. Lo schieramento d’onore ha visto impegnati, oltre alla formazione musicale principale dell’Esercito Italiano e ai militari del 1° reggimento Granatieri di Sardegna, una formazione di Corazzieri a cavallo.
video realizzato dai tecnici del laboratorio audiovisivi della Presidenza della Repubblica Italiana
Al termine dell’incontro – cui ha preso parte anche il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Vice Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana (Antonio Tajani) – i due presidenti si sono intrattenuti a colazione. Poi il Presidente Tokayev, accompagnato dal Ministro Tajani, si è recato a Palazzo Chigi: ad accoglierlo, la Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana (Giorgia Meloni) e il Ministro della Difesa (Guido Crosetto).
Qui lo schieramento d’onore era composto da militari della Compagnia d’Onore dell’Aeronautica Militare:
video realizzato dai tecnici del laboratorio audiovisivi della Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana
La Banda musicale dell’Aeronautica Militare, diretta dal 1° Lgt. Giuseppe Fiumara, ha suonato la marcia d’ordinanza dell’Aeronautica Militare italiana: il primo direttore del Corpo Musicale della Regia Aeronautica (poi Aeronautica Militare), il Maestro Alberto Di Miniello, la compose ispirandosi al celebre balletto Amor di Romualdo Marenco:
video registrato da Luigi Bloise per Alamari Musicali in occasione di un concerto della Fanfara del Comando 1^ regione aerea, diretta dal 1° Lgt. Orch. Antonio Macciomei
Sbadigli in tribuna autorità, applausi della tantissima gente e delirio alle prove.
La Parata dello scorso due giugno ha presentato qualche novità rispetto alle edizioni precedenti. Il morale delle truppe certamente è stato alto sin dalle prove, sia a Guidonia che soprattutto quelle notturne del 29 maggio ai Fori Imperiali, dove le ore di ozio che hanno preceduto l’ammassamento e il defilamento sono state condite da goliardici sfottò e una gioia molto diffusa, specialmente dai paracadutisti che hanno trovato un’ottima spalla nella fanfara della Taurinense e dai corpi civili, ammassati invece pochi metri più in fondo alle Terme di Caracalla. https://youtu.be/306NVcvrcTU La fanfara dei Bersaglieri e i Forestali hanno animato l’intero settore prendendo letteralmente in ostaggio Crocerossine e Corpo Militare CRI. Più silenziosi i militari della Marina, dopo l’indicibile affair “gavettone” dello scorso anno che si credeva fosse l’unico motivo dell’assenza del Comsubin dalla parata. Ci avevamo creduto anche noi che un gavettone tirato dai giganti verdi della Marina all’indirizzo del Capo di Stato Maggiore della Marina fosse l’unico motivo della loro mancata partecipazione, ma poi ci siamo guardati un po’ intorno. Le forze speciali mancavano praticamente ovunque: Il 9° Col Moschin e gli Alpini del 4° Parà sono rimasti altrettanto in caserma. Tra le forze di Polizia una fila per uno tra NOCS e GIS, che erano impersonati da uomini di altre specialità data la loro contenuta mole corporea. Il perchè di tale scelta resta misterioso: c’è chi parla di addestramento delle forze speciali in vista delle operazioni contro gli scafisti in Libia e chi di eccessivo buonismo.
Ad ogni modo noi che abbiamo sempre esecrato le polemiche sul due giugno, non inizieremo certo a farne oggi.
Osserviamo però, oltre alla giusta attenzione – che sempre si poteva dare – agli atleti militari e a quelli paralimpici, che l’iniziativa degli ombrelli colorati dei bambini, che hanno occupato metà della tribuna fotografi ammassando gli operatori dell’informazione in una tonnara, non si sa bene quale contributo abbiano aggiunto. Dallo scorso anno il ritorno delle Frecce Tricolori, rimaste nell’hangar per le edizioni 2012 e 2013 sotto al loden di Mario Monti che la sarta aveva riadattato anche un po’ ad Enrico Letta, ha esercitato uno straordinario effetto traino per la partecipazione popolare che è stata altissima, a livello delle parate dell’era Ciampi. Qualche polemica l’ha suscitata l’autore dei testi che sono stati distribuiti sia alla stampa – inclusi i cronisti della Rai – che letti dall’annunciatore ufficiale su via dei Fori. La Musica d’Ordinanza dei Granatieri ha sfilato nel grigio verde della Grande Guerra ed è stata venduta per la tenuta del 1848. La data di fondazione del primo Reggimento, scritta chiaramente sui tamburi in 1659 è stata letta per 1748 mentre la fondazione dei Corazzieri è stata anticipata al 1540 rispetto al 1868. L’affronto più grave è stato inferto alla Brigata Sassari che è stata accorpata ai Granatieri di Sardegna. L’accuratezza dei testi in una parola: un disastro. Tra le altre cose, ben tornate divise storiche. Sono uscite dai magazzini quelle confezionate per la parata del 2011 dei 150 anni dell’Unità, tra cui le prime file della compagnia storica della Guerra di Liberazione in divisa inglese del CIL, cosa che probabilmente non è nemmeno conosciuta da chi ha scritto i testi ma che il consulente militare che stava in cabina di commento Rai, solitamente il generale Fogari, non mancava di sottolineare. Un ultimo appunto sulle divise storiche del ’15-’18: non abbiamo capito bene di che colore fossero dato che ogni reparto, a seconda della sartoria ch ha preso l’appalto, ne aveva repliche di tinte sensibilmente diverse. Solo quelle dei Sassarini erano ineccepibili. Per il resto, dato il budget che le viene dedicato, la parata non è destinata ad avere novità di rilievo, sebbene il sapore di molti dei tagli che le hanno inferto è di sapore decisamente demagogico. Vadano i carri armati e i sorvoli aerei, ma se ogni corpo civile sfilasse con la sua banda e la parata durerebbe mezz’ora in più di sola musica. Quale sarebbe il costo? Il lucido per gli ottoni?