Piccolo contributo per diffondere, in Italia e nel mondo, la conoscenza e l'amore per le Bande e le Fanfare delle Forze Armate, dei Corpi di Polizia e delle Associazioni d'Arma della Repubblica Italiana, della Repubblica di San Marino e dello Stato della Città del Vaticano.
Nell’ambito delle celebrazioni e dei festeggiamenti che si stanno svolgendo in tutta Italia in occasione del Bicentenario dell’Arma dei Carabinieri, è stata allestita una mostra interessante presso la “Galleria Commerciale Porta di Roma”. Affollati gli stands espositivi delle varie specialità della Benemerita e l’esposizione di alcuni mezzi in dotazione: gazzelle “vintage” come Alfa Romeo Giulia, Alfa Romeo 90 e Fiat 600, ma anche Lotus Evora, Alfa Romeo 159 e Fiat Bravo per quanto riguarda le quattro ruote; la mitica Moto Guzzi Superalce, ma anche la moderna BMW R1200 R per gli amanti della Sezione Motociclisti del Nucleo Operativo Radio Mobile dei Carabinieri….che, stando a quanto mi ha riferito il “collega” Enrico Fasciolo – autore di queste bellissime fotografie – erano davvero tanti.
Folla entusiasta in occasione delle dimostrazioni pratiche date dalle Unità cinofile come esempio dei servizi di polizia antidroga. Calorose dimostrazioni d’affetto – infine – nei confronti dell’Arma da parte del folto pubblico intervenuto al concerto della Fanfara della Legione Allievi Carabinieri di Roma, diretta dal Maresciallo Capo M° Danilo Di Silvestro: magnifica la Grande Uniforme Storica con il pennacchio biancorosso sulla lucerna, la doppia banda rossa sui pantaloni e gli speroni ai piedi… Queste sono le “note” caratteristiche, che distinguono – infatti – i corpi musicali dell’Arma dei Carabinieri da tutti gli altri reparti della quarta forza armata della Repubblica Italiana e traggono origine dal primo antico nucleo di otto trombetti a cavallo (istituito il 1 ottobre 1820) da cui si sarebbero poi “generate” le Fanfare della XIV Legione della Scuola Allievi Carabinieri di Torino e della VII Legione Carabinieri di Napoli e da esse via via la Fanfara poi la Musica e infine la Banda della Legione Allievi Carabinieri di Roma che – sotto l’attenta guida del Maestro Luigi Cajoli divenne la Banda Musicale dell’Arma dei Carabinieri. Attualmente, dopo lo scioglimento della Fanfara della Legione Allievi Carabinieri di Torino, l’Arma dei Carabinieri può ancora contare sulle Fanfare del III Battaglione “Lombardia”, del X Battaglione “Campania” e del XII Battaglione “Sicilia” (di stanza rispettivamente a Milano, Napoli e Palermo), sulla Fanfara del IV Reggimento Carabinieri a Cavallo (di stanza a Roma) e sulle Fanfare della Scuola Allievi Marescialli e Brigadieri e della Scuola Allievi Carabinieri (di stanza, rispettivamente, a Firenze e a Roma).
Si deve alla lungimiranza del dottor Filippo De Ambrogi, direttore della Galleria Commerciale Porta di Roma, e alla sua fruttuosa collaborazione con il Luogotenente Andrea Marrese , Comandante della Stazione Carabinieri “Nuovo Salario” la realizzazione di questo riuscitissimo concerto e alla brava – seppur giovanissima e forse un po’ timida (dote rara oggigiorno, la timidezza) – Selenia Orzella, che ha illustrato brevemente la storia della Fanfara della Scuola Allievi Carabinieri di Roma: istituita nel 1885 per presenziare alle numerose cerimonie ufficiali d’istituto e per far marciare gli Allievi, essa è attualmente composta da 45 professori musicisti, provenienti dai vari Conservatori d’Italia e non solo presenzia a importanti manifestazioni sia militari che civili, ma effettua importanti concerti sia in Italia sia all’estero. Dal 1997, come ha ricordato la presentatrice, essa è diretta dal Maresciallo Capo Maestro Danilo Di Silvestro: diplomato in Trombone e in Perfezionamento nel corso di Direzione di Banda presso il Conservatorio di Pescara, ha conseguito il Diploma di Strumentazione per Banda presso il Conservatorio Licinio Refice di Frosinone. Uno dei suoi insegnanti, la professoressa Antonia Sarcina, era presente – tra il pubblico delle prime file – al concerto, che si è aperto – come da tradizione ormai consolidata – dalla marcia sinfonica “Dorotea”, composta dal Maestro Vincenzo Borgia (Direttore della Banda Musicale dell’Arma dei Carabinieri dal 1972 al 2000).
A seguire la trascrizione per banda scritta dal Maestro Domenico Fantini (suo predecessore) della “Marcia, Danza e Finale” del Secondo Atto dell’opera lirica “Aida” di Giuseppe Verdi.
Colpito al cuore il pubblico da una raffica musicale di ottoni, percussioni e fiati nel medley “Moment for Morricone”: arrangiamento del compositore olandese Johan De Meij – in omaggio al Maestro Ennio Morricone e alle sue colonne sonore per i film del genere “spaghetti western” di Sergio Leone – talmente suggestivo che sembrava di sentire le voci di Clint Eastwood, Eli Wallach e Lee Van Cleef ne “Il buono, il brutto e il cattivo” o di veder apparire la bellissima Claudia Cardinale, il fascinoso Henry Fonda o il truce Charles Bronson di “C’era una volta il west”.
L’atmosfera si è fatta più elegante e raffinata con il bellissimo “Blues” di Michele Mangani (uno dei pochi compositori italiani di musica per banda!) tratto da “Un Americano a Parigi” di George Gershwin: splendido l’assolo dell’Appuntato scelto Maurizio Trequattrini in occasione del “canto del cigno” del suo Clarinetto soprano in Si bemolle, che ha suonato in concerto con la Fanfara dei Carabinieri di Roma (oltre che in passato nella Fanfara dei Carabinieri di Firenze e spesso con la Banda centrale dell’Arma) per l’ultima volta…visto e considerato che d’ora in poi presterà il suo talento alla voce del Clarinetto piccolo in La bemolle…più acuta e più difficile!
Ha avuto modo di fare sfoggio della sua bravura anche il solista Leonardo Vinciarelli alla Tromba in Si bemolle nella colonna sonora composta nel 1997 da Nicola Piovani per il film “La vita è bella” – di e con Roberto Benigni – con la quale vinse il Premio Oscar nel 1999…
Immancabile il “Guillaume Tell” composto dal celeberrimo compositore pesarese Gioachino Antonio Rossini, che ha visto il Maresciallo Capo M° Danilo Di Silvestro nella doppia veste di direttore della Fanfara e di direttore del pubblico, assolutamente entusiasta.
Infine l’Ouverture che il compositore olandese Jacob De Haan scrisse “su commissione” per la “Saint Peter’s Wind Symphony” di Brisbane, in Australia, dedicandola a “Ross Roy”: la villa monumentale di tardo Ottocento in cui venne fondato nel 1945, il Collegio Saint Peter’s Lutheran e che ne è sempre rimasta simbolo. In questa composizione Ross Roy si trasforma in vera e propria metafora degli anni trascorsi a scuola: vi si ritrovano i toni solenni della disciplina, i toni sereni dei momenti gioiosi e dei sorrisi, i toni intensi dei primi amori, delle amicizie, i toni orientaleggianti simbolo della diversità delle culture presenti ormai nella scuola moderna e della comprensione reciproca e nuovamente solenni per rappresentare i momenti di tensione che caratterizzano il periodo scolastico a ridosso dell’esame finale e infine l’apoteosi gioiosa della raggiunta maturità al termine del ciclo di studi: sembra quasi di veder volare i berretti alla fine della cerimonia di consegna del diploma. L’Ouverture si conclude e inizia la vita adulta. Spero di essere riuscita a darne la giusta lettura attraverso le fotografie:
Dopo il saluto di ringraziamento alle Autorità ed ai cittadini presenti da parte del Maggiore Alessandro Di Stefano, Comandante della Compagnia Carabinieri di “Montesacro”, da cui dipende il Comando Stazione Carabinieri “Nuovo Salario”, http://youtu.be/LmtB_9AB4JI la Fanfara della Scuola Allievi Carabinieri di Roma ha concluso il concerto eseguendo la marcia d’ordinanza (dal 1929) dell’Arma dei Carabinieri – “La Fedelissima” di Luigi Cirenei, il secondo direttore della Banda dell’Arma –
e l’inno nazionale della Repubblica Italiana, che tutti chiamano “Fratelli d’Italia” o “Inno di Mameli”, ma che in realtà sappiamo essere stata scritta e composta da Michele Novaro col titolo “Il canto degli Italiani”.
Fino a qualche tempo fa il “Si!” conclusivo dell’inno nazionale segnava effettivamente la fine di qualunque concerto degli organici musicali militari italiani: recentemente si è invece diffusa l’abitudine a richiedere e concedere bis anche dopo di esso. La Fanfara non si è lasciata troppo pregare e ha “improvvisato” la marcia a tempo di valzer “Wien bleibt Wien” di Johann Schrammel: ci ha fatto pensare al Concerto di Capodanno, a quel giorno pieno di speranza per quel che il Nuovo Anno promette di portare di bello e di buono….e speriamo che funzioni – considerata anche la “location” del concerto – contro la crisi.
Commovente l’affetto della gente che, al termine del concerto. si è accalcata e messa in fila – anziché per un nuovo modello di apparecchio di telefonia mobile – per salutare i musicisti, il Capo Fanfara e persino la sottoscritta, onorata ed emozionata nella mia uniforme da Benemerita dell’Associazione Nazionale Carabinieri – sezione “V.B. SALVO D’ACQUISTO” di Ponsacco (PI).
Voglio pubblicamente ringraziare un tale Vivazza – musicista della Banda cittadina di Lugo di Romagna (sua terra natìa) nonché fervente sostenitore della Rivoluzione Francese, che tanta importanza ha avuto sull’origine stessa delle bande militari che mi propongo di continuare a seguire per amore e solo per amore – per aver chiesto un bel dì in isposa la cantante urbinate Anna Guidarini.
Voglio ringraziare una fantastica nonna (quale nonna non è di per sé fantastica per il semplice fatto di essere null’altro che due volte mamma!?) romagnola e una mamma paziente sempre pronta a seguire il marito nelle sue peregrinazioni tra Ravenna, Ferrara e Bologna nel tentativo di sfuggire alla cattura da parte delle truppe pontificie, tornate al potere dopo la Restaurazione.
Voglio ringraziare i fratelli Malerbi di Lugo, insegnanti di musica e – in particolare – di canto e un certo Maestro Prinetti per aver saputo dare al nostro “enfant prodige” i primi rudimenti nel campo della musica, del canto e della spinetta.
Voglio ringraziare gli insegnanti del Liceo musicale bolognese, presso il quale il “tedeschino” si appassionò tanto allo studio di Joseph Haydn e, soprattutto, di Wolfgang Amadeus Mozart (con il quale si può quasi immaginare un “passaggio del testimone” tra anime poiché la nascita del festeggiato seguì di soli tre mesi la sua morte).
Voglio ringraziare il direttore del il Teatro San Moisè di Venezia che scelse di dare fiducia a un giovanissimo compositore che presentò nel 1810 La cambiale di matrimonio, un’opera dal titolo più che mai attuale, e il Teatro del Fondo – oggi Teatro Mercadante – di Napoli che gli concesse il palco per rappresentare con successo la prima versione in musica della tragedia shakesperiana di Otello ossia l’Africano di Venezia (Giuseppe Verdi ne avrebbe scritta un’altra più drammatica tempo dopo).
Voglio ricordare con affettuosa e rinnovata meraviglia la gradevolissima e frizzante – sotto ogni aspetto – aria di Como e la bellezza serena della Villa Pliniana presso cui il Cigno compose la bellissima opera Tancredi.
Voglio regalare un ombrello agli imbecilli e agli invidiosi che, proprio nella mia città, decretarono con fischi, frizzi e lazzi il clamoroso e incredibile insuccesso de Il barbiere di Siviglia in occasione della prima che si tenne presso il Teatro Argentina e voglio invece regalare un fiore ai miei concittadini che l’applaudirono al Teatro Valle quando ebbero il privilegio di assistere alla prima di Cenerentola
Voglio ringraziare il San Carlo di Napoli per aver avuto il coraggio di affidargli addirittura la direzione del Teatro, permettendo così la messa in scena di opere qualiLa pietra del paragone, La gazza ladra, L’italiana in Algeri e Semiramide.
Voglio ringraziare la soprano spagnola Isabella Colbran, che del celebre compositore italiano fu per alcuni anni musa ispiratrice e consorte.
Voglio ringraziare Parigi che l’accolse senza la sua notoria “puzzetta sotto il naso” e ne comprese il genio e la grandezza: e come avrebbe potuto altrimenti dinanzi a Le Comte Ory e al mirabile capolavoro Guillaume Tell.
Voglio persino ringraziare nuovamente la summenzionata cantante spagnola perché durante la fase depressiva in cui egli entrò probabilmente in seguito a problemi coniugali risoltisi in parte con una separazione egli compose un bellissimo Stabat Mater, che riuscì a concludere in realtà soltanto alla morte del padre Giuseppe (il Vivazza di cui sopra).
Mi sento, seppure con qualche egoistica difficoltà, di ringraziare la sua seconda compagna di vita Olympe Pélissier, che lo supportò nella sua scelta di non comporre più musica, se non i Péchés de vieillesse per se stesso e pochi intimi, e di ritirarsi nella campagna francese di Passy: in fondo quegli anni avrebbero portato alla composizione di una memorabile Petite messe solennelle: d’altro canto non dev’essere stato facile non solo supportare, ma anche sopportare un uomo che definire “dalle mille sfaccettature” potrei considerarlo un eufemismo visto che egli fu al tempo stesso collerico e gioviale, ipocondriaco e amante della buona tavola, umorale e appassionato corteggiatore di belle donne, depresso e bon vivant, apatico eppure appassionato genio culinario sempre pronto a sperimentare nuove ricette, profondamente pigro eppure musicalmente iperattivo e molto altro…tanto che egli scrisse e riscrisse non so quante volte i finali delle sue stesse opere alternandone versioni a lieto fine e a versioni con finale che più drammatico non avrebbe potuto nemmeno Giuseppe Verdi (e, con tutto il rispetto per il venerabile Maestro raffigurato sulla nostra amata banconota da “millelire”, ho detto tutto…vero!?).
Voglio ringraziare la Serenissima Repubblica di San Marino, cui sono molto legata per “affinità elettive” e per affetto nei confronti della Banda Militare al gran completo, per aver concesso al genio italico (temo non sarebbe del tutto corretto definire italiano qualcuno nato e vissuto per la maggior parte del proprio tempo prima che l’Italia stessa nascesse) il titolo di nobile poiché di certo egli ha contribuito grandemente a nobilitare la musica.
Voglio ringraziare il Regno di Prussia che gli attribuì la sua più alta onorificenza, nominandolo Cavaliere “Pour le Mérite für Wissenschaften und Künste”, e il Regno di Francia che fece altrettanto, riconoscendogli il titolo di Grand’Ufficiale dell’Ordine della “Légion d’honneur”.
Voglio ringraziare il governo italiano per averne preteso la restituzione delle spoglie dalla terra di Francia (ciò avvenne in tempi biblici poiché egli morì di cancro – anche in questo caso: che modernità! – nel 1868, ma si dovette attendere sino al 1887) e alla magnifica Firenze per averle accolte nel “tempio dell’Itale glorie” (il monumento funebre realizzato da Giuseppe Cassioli e inaugurato nel 1900) presso la Basilica di Santa Croce: in tal modo ho potuto in qualche modo rendergli omaggio in occasione della mia visita a Firenze, ove mi ero recata per ascoltare e riprendere i concerti natalizi della Fanfara della Scuola Allievi Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri.
Voglio ringraziare Pesaro, che il “nostro” nominò erede universale delle sue ingenti fortune poiché ivi era nato nel 1792, per aver utilizzato tali fondi per l’istituzione di un Liceo Musicale cittadino, poi divenuto nel 1940 Conservatorio Statale di Musica a lui intitolato.
Voglio ringraziare la Fondazione, erede dell’Ente Morale a cui erano state conferite proprietà e gestione del suo asse ereditario, per il il contributo che continua a dare allo studio e alla diffusione nel mondo della figura, della memoria e delle opere del celeberrimo compositore pesarese – anche attraverso l’annuale Opera Festival a lui intitolato e, soprattutto, per il sostegno che offre all’attività del Conservatorio che ha preparato alcuni dei migliori musicisti che io conosca (tra cui l’attuale direttore della Fanfara del IV Reggimento Carabinieri a Cavallo che è anche fine oboista nella Banda Musicale del Corpo della Gendarmeria Vaticana e debuttò giovanissimo nella prestigiosa European Union Youth Orchestra).
Voglio ringraziare Giuseppe Mazzini, uno dei padri spirituali della mia Nazione e della stessa Europa, che nel suo Filosofia della musica ebbe a definirlo «Titano di potenza e di audacia: il Napoleone d’un’epoca musicale.» e, data l’altissima considerazione che egli aveva di Napoleone non avrebbe potuto fargli complimento più grande.
Voglio ringraziare Marie-Henri Beyle, meglio noto come Stendhal (e scusate se è poco) per aver saputo mirabilmente sintetizzare il suo pensiero sul genio pesarese nella sua biografia – probabilmente romanzata e non del tutto attendibile, ma intrigante – nella prefazione: «Lo invidio più di chiunque abbia vinto il primo premio in denaro alla lotteria della natura poiché, a differenza di quello, egli ha vinto un nome imperituro, il genio e, soprattutto, la felicità.» (ha un sapore di menagramo visto che il Maestro era ancora vivo quando il francese ne scrisse la Vita).
Ora, probabilmente, avete sin qui pensato ch’io volessi commemorare tristemente l’assenza, giustificata per precoce “scomparsa” dovuta a un “brutto male” che ha “spento” il Maestro (*)…..ahiahiahi! ma allora non avete capito alcunché del carattere dello straordinario Giovacchino Antonio…ops! Mi perdoni, Maestro: chiedo venia….avevo dimenticato ch’ella preferisca essere chiamato semplicemente Gioachino (con un “c” sola, vero? Glielo dica ai miei lettori più pignoli!). Io qui voglio festeggiare il duecentoventiduesimo (avete letto bene: sono 222 candeline da spegnere) di Gioachino Rossini!!! Siccome siamo entrambi molto generosi, vi invitiamo tutti quanti a un mega party: il Maestro ha realizzato uno spettacolare menù (in confronto, miei cari, i giurati di Masterchef sono iscritti al primo anno della scuola alberghiera) per la cena e io mi metto alla consolle…voi dovete soltanto gustarvi la festa…e magari ballare.
L’ultimo brano era non solo l’ultimo in ordine cronologico che ho trovato in rete, ma rappresenta anche un momento per finire in calma e serenità la serata….altrimenti rischiate di essere colti dalla frenesia de La Danza e di continuare a ballare per tutta la notte: la maggior parte di noi non ha più l’età per queste “follie”.
Questo, invece, è il mio personalissimo augurio al Maestro: più azzeccato di così…al suo carattere e al suo modo di affrontare la musica e la vita, secondo me non ne trovereste manco doveste campare anche voi dueceventidue anni e più…
Eh, già! Non vorrete mica davvero considerarlo morto: quelli come lui sono immortali!!!! Se fosse morto, non gli avrei mica dedicato un pomeriggio…
P.s.: Voglio ringraziare l’attuale direttore della Banda Musicale dell’Esercito per avermi letto nel pensiero (in questo caso si possono definire “affinità e-lettive”) e avermi inviato i codici di accesso ad alcuni dei video di cui sopra, che spero abbiano fatto apprezzare a tutti voi l’estrema brillantezza ritmica che rasenta la frenesia – segnando un netto stacco rispetto allo stile degli operisti del Settecento, dai quali comunque ricavò stilemi e convenzioni formali – e l’assoluta genialità del famoso «crescendo rossiniano» che dona alla musica un tratto surreale che mi ha richiamato alla mente la favola e il film da cui ho ricavato il mio messaggio di auguri finale e che riesce a combinarsi perfettamente tanto con argomenti tratti dal teatro comico quanto con i soggetti tragici che Rossini scelse per le sue opere. A proposito di opere….tanto per darvi un’idea della sua proverbiale “pigrizia” eccovene l’elenco – spero completo, ma non ci giurerei:
Opere liriche (tra parentesi luogo e data della prima rappresentazione):
La cambiale di matrimonio (Teatro San Moisè, Venezia, 3 novembre 1810), L’equivoco stravagante (Teatro del Corso, Bologna 26 ottobre 1811), L’inganno felice (Teatro San Moisè, Venezia 8 gennaio 1812), Demetrio e Polibio (Teatro Valle, Roma, il 18 maggio 1812), Ciro in Babilonia ossia La caduta di Baldassare (Teatro comunale, Ferrara, 14 marzo 1812), La scala di seta (Teatro San Moisè, Venezia, 9 maggio 1812), La pietra del paragone (Teatro alla Scala, Milano, 26 settembre 1812), L’occasione fa il ladro ossia Il cambio della valigia (Teatro San Moisè, Venezia, 24 novembre 1812), Il signor Bruschino ossia Il figlio per azzardo (Teatro San Moisè, Venezia, 27 gennaio 1813), Tancredi (Gran Teatro La Fenice, Venezia, 6 febbraio 1813), L’Italiana in Algeri (Teatro San Benedetto, Venezia, 22 maggio 1813), Aureliano in Palmira (Teatro alla Scala, Milano, 26 dicembre 1813), Il Turco in Italia (Teatro alla Scala, Milano, 14 agosto 1814), Sigismondo (Teatro La Fenice, Venezia, 26 dicembre 1814), Elisabetta, Regina d’Inghilterra (Teatro di San Carlo, Napoli, 4 ottobre 1815), Torvaldo e Dorliska (Teatro Valle, Roma 26 dicembre 1815), Il barbiere di Siviglia (Teatro Argentina, Roma, 20 febbraio 1816, col titolo Almaviva ossia l’inutile precauzione), La gazzetta (Teatro dei Fiorentini, Napoli, 26 settembre 1816), Otello ossia L’Africano di Venezia (Teatro del Fondo, Napoli, 4 dicembre 1816), La Cenerentola ossia La bontà in trionfo (Teatro Valle, Roma, 25 gennaio 1817), La gazza ladra (Teatro alla Scala, Milano, 31 maggio 1817), Armida (Teatro San Carlo, Napoli, 11 novembre 1817), Adelaide di Borgogna (Teatro Argentina, Roma, 27 dicembre 1817), Mosè in Egitto (Teatro San Carlo, Napoli, 5 marzo 1818), Ricciardo e Zoraide (Teatro San Carlo, Napoli, 3 dicembre 1818), Ermione (Teatro San Carlo, Napoli, 27 marzo 1819), Eduardo e Cristina (Teatro San Benedetto, Venezia, 24 aprile 1819), La donna del lago (Teatro San Carlo, Napoli, 24 ottobre 1819), Bianca e Falliero ossia Il consiglio dei Tre (Teatro alla Scala, Milano, 26 dicembre 1819), Maometto II (Teatro San Carlo, Napoli, 3 dicembre 1820), Matilde di Shabran ossia Bellezza e cuor di ferro (Teatro Apollo, Roma, 24 febbraio 1821), Zelmira (Teatro San Carlo, Napoli, 16 dicembre 1822), Semiramide (Teatro La Fenice, Venezia, 3 febbraio 1823), Ugo Re d’Italia (progettata a Londra nel 1824, forse ne compose un atto – perduta), Il viaggio a Reims, ossia L’albergo del giglio d’oro (Théâtre des Italiens, Parigi, 19 giugno 1825), Adina (Teatro Reale São Carlos, Lisbona, 22 giugno 1826), Ivanhoé (Teatro dell’Odéon, Parigi 15 settembre 1826, pastiche), Le siège de Corinthe rifacimento di Maometto II (Académie Royale de Musique=Opéra, Parigi, 9 ottobre 1826), Moïse et Pharaon ou Le passage de la Mer Rouge, rifacimento di Mosè in Egitto (Académie Royale de Musique, Parigi, 26 marzo 1827), Le Comte Ory (Académie Royale de Musique, Parigi, 20 agosto 1828), Guillaume Tell (Académie Royale de Musique (Opéra), Parigi, 3 agosto 1829), Robert Bruce, pastiche con musiche di Rossini sulla figura di Roberto I di Scozia (Académie Royale de Musique, Parigi 3 dicembre 1846)
Musiche di scena
Edipo a Colono, prima del 1817: musiche per l’Edipo a Colono di Sofocle della traduzione fattane da Giambattista Giusti
Cantate
Il pianto d’Armonia sulla morte di Orfeo (1808), Dalle quiete e pallid’ ombre (1812), Egle ed Irene conosciuta anche come Non posso, oh Dio, resistere (1814), L’Aurora (1815), Le nozze di Teti, e di Peleo (prima esecuzione 1816), La morte di Didone (1818),Omaggio umiliato a Sua Maestà dagli… (1819), Cantata da eseguirsi la sera del dì 9 maggio 1819… (esecuzione 09/05/1819), La riconoscenza (1821), La Santa Alleanza (1822), Il vero omaggio (1822), Omaggio pastorale (1823), Il pianto delle Muse in morte di Lord Byron (1824), Cantata per il battesimo del figlio del banchiere Aguado (1827), Giovanna D’Arco (1832), Cantata in onore del Sommo Pontefice Pio IX (01/01/1847),
Inni e cori
Inno dell’Indipendenza: “Sorgi, Italia, venuta è già l’ora” (1815), De l’Italie et de la France (1825), Coro in onore del Marchese Sampieri (1830), Coro per il terzo centenario della nascita del Tasso “Santo Genio de l’itala terra” (1844), Grido di esultazione riconoscente al Sommo Pontefice Pio IX “Su fratelli, letizia si canti” (1846), Coro delle Guardia Civica di Bologna “Segna Iddio né suoi confini” (1848), Inno alla Pace “È foriera la Pace ai mortali” (1850), Hymne à Napoléon III et à son Vaillant Peuple “Dieu tout puissant” (1867),
Musica sacra
Messa (Bologna 1808), Messa (Ravenna 1808), Messa (Rimini 1809), Messa (Lugo primi anni dell’Ottocento), Laudamus
Quoniam (1813), Miserere Messa di Gloria (Napoli 1820), Preghiera “Deh tu pietoso cielo” (1820), Tantum ergo (1824), Stabat Mater (1832/42), Trois chœures religieux: La Foi, L’Espérance, La Charité (1844), Tantum ergo (1847), O salutaris hostia (1857), Laus Deo (1861), Petite messe solennelle (1863), Dixit Domino.
Musica vocale
Se il vuol la molinara (1801), Dolce aurette che spirate (1810), La mia pace io già perdei (1812), Qual voce, quai note (1813), Alla voce della gloria (1813), “Amore mi assisti” Pezzi per il Quinto Fabio (1817), Il Trovatore “Chi m’ascolta il canto usato” (1818), Il Carnevale di Venezia “Siamo ciechi, siamo nati” (1821), Beltà crudele “Amori scendete propizi al mio cuore” (1821), Canzonetta spagnuola “En medio a mis colores” o “Piangea un dì pensando” (1821), Infelice ch’io son (1821), Addio ai viennesi “Da voi parto, amate sponde” (1822), Dall’oriente l’astro del giorno (1824), Ridiamo, cantiamo che tutto sen va (1824), In giorno sì bello, Tre quartetti da camera, Les adieux à Rome “Rome pour la dernière fois”, Orage et beau temps “Sur le flots incostants” (1829-30), La passeggiata Anacreontica “Or che di fior adorno” (1831), La dichiarazione “Ch’io mai vi possa lasciar d’amare” (1834), Soirées musicales Collezione di 8 ariette e 4 duetti. (1830-1835), Deux nocturnes (1835), Nizza “Nizza, je puis sans peine” (1836), L’ame délaissée “Mon bien aimé” (1844), Inno popolare a Pio IX (1846), Francesca da Rimini “Farò come colui che piange e dice” (1848), La separazione “Muto rimase il labbro” (1857), Deux nouvelles compositions (1861).
Musica strumentale
Sei sonate a quattro (1804), Duetti per corno, Sinfonia in Re maggiore (1808), Sinfonia in Mi bemolle maggiore (1809), Variazioni in Fa maggiore a più strumenti obbligati (1809), Variazioni in Do maggiore per clarinetto obbligato e orchestra (1809), Andante e tema con variazioni per clarinetto (1812), Andante e tema con variazioni per arpa e violino (1815-22), Passo doppio per banda militare (1822), Valzer in Mi bemolle maggiore (1823), Serenata (1823), Duetto per violoncello e contrabbasso (1824), Rendez-vous de chasse (1828), Fantasia per clarinetto e pianoforte (1829), Mariage de S.A.R. le Duc d’Orléans: Trois marches militaires (1837), Scherzo per pianoforte, in la minore (1843 e 1850), Tema originale di Rossini variato per violino da Giovacchino Giovacchini (1845), Marcia (pas-redoublé) (1852), Thème de Rossini suivi de deux variations et coda par Moscheles Pere (1860), La Corona d’Italia (1868)
Péchés de vieillesse (raccolta di vari pezzi distribuiti in 14 volumi)
Volume I – Album italiano, Volume II – Album français, Volume III – Morceaux réservés, Volume IV – Quatre hors-d’œuvres et quatre mendiants, Volume V – Album pour les enfants adolescents, Volume VI – Album pour les enfants dégourdis, Volume VII – Album de chaumière, Volume VIII – Album de château, Volume IX – Album pour piano, violon, violoncello, harmonium et cor, Volume X – Miscellanée pour piano, Volume XI – Miscellanée de musique vocale, Volume XII – Quelques rien pour album, Volume XIII – Musique anodine, Volume XIV – Altri péchés de vieillesse.
(*) Avete caso che sui mezzi di comunicazione di massa non dicono “E’ morto” oppure “E’ defunto”, ma cercano sempre nuovi contorsionismi linguistici? Mah!