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Estate caprolatta

Caprarola, 20 Luglio 2024
Il Parco delle Scuderie del Palazzo Farnese è stato intitolato – nel corso di una solenne cerimonia, cui ha preso parte Luca Einaudi (nipote del Presidente, attualmente Consigliere del Dipartimento programmazione e coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana), svoltasi alla presenza del Presidente della Provincia di Viterbo (Alessandro Romoli), del Sindaco di Caprarola (Angelo Borgna), dell’amministrazione comunale, e dei vertici locali dell’Arma dei Carabinieri. Nel 1953, infatti, l’allora Presidente della Repubblica italiana Luigi Einaudi, proprio nella residenza estiva di Palazzo Farnese a Caprarola, diede incarico all’onorevole Giuseppe Pella di formare in tempi rapidi il nuovo Governo. Il fatto è ancora oggi memorabile poiché, in quell’unico caso (rimasto tale nella nostra storia repubblicana) non si svolsero le consultazioni di prassi con i rappresentanti dei partiti politici e i presidenti dei due rami del Parlamento.
In serata, lo scenario è divenuto ancora più bello e l’atmosfera si è fatta quasi magica grazie ai sapienti giochi di luce sulla facciata del Palazzo Farnese a fare da sfondo e grazie alla musica.  

Il concerto della Banda Musicale dell’Arma dei Carabinieri ha avuto inizio con la MARCHE PONTIFICALE di Charles Gounod (in omaggio a Papa Paolo III, al secolo Alessandro Farnese?) diretta dal caprolatto Lgt cs Francesco Loppi.

La bacchetta è poi tornata nelle mani del Maestro direttore (Col. Massimo Martinelli, dal 1 Luglio 2000) e i numerosi ed estasiati spettatori hanno avuto modo di ascoltare la sua CHARITY FANFARE,

LA GAZZA LADRA di Gioachino Antonio Rossini,

un suggestivo incontro tra il flauto del tema d’amore della colonna sonora di PER LE ANTICHE SCALE e l’oboe di Gabriel dalla colonna sonora di THE MISSION in omaggio al Maestro Ennio Morricone,

l’imponente OUVERTURE 1812  composta dallo straordinario avvocato udmurtiese prestato alla musica Pëtr Il’ič Čajkovskij

e la nostalgica Suite per Orchestra di varietà n. 2 (meglio nota come THE SECOND WALTZ) composta da Dmitrij Dmitrievič Šostakovič,

il magnifico CONCERTO FOR CELLO, WIND ORCHESTRA AND BAND, Op. 129 dell’austriaco Friedrich Gulda,

la FANFARE FOR THE COMMON MAN di Aaron Copland nella versione rock progressive di Emerson, Lake & Palmer,

una dolcissima NAPULE È  in omaggio all’indimenticabile e indimenticato Pino Daniele da parte del 1° oboe Lgt cs Francesco Loppi.

Il concerto si è concluso con la marcia trionfale dall’opera AIDA di Giuseppe Verdi (quale bis a grande richiesta),

la marcia d’ordinanza dell’Arma dei Carabinieri LA FEDELISSIMA (dal 26 Luglio 1929) 

 e l’Inno Nazionale della Repubblica Italiana  (IL CANTO DEGLI ITALIANI di Michele Novaro).


Al termine del concerto, il Comandante provinciale dei Carabinieri di Viterbo (Col. Massimo Friano) ha salutato il pubblico e si è complimentato con i musicisti e le musiciste della Banda dei Carabinieri. Il Sindaco di Caprarola (Angelo Borgna) e il Vicesindaco (Eugenio Stelliferi), al termine dei ringraziamenti di rito, hanno voluto premiare il Maresciallo Giancarlo Pelliccia (Comandante emerito della Stazione dei Carabinieri di Caprarola), recentemente andato in pensione dopo trentotto anni di servizio.
Durante l’evento, sono stati ricordati i professori d’orchestra Giuseppe Gentilucci e Augusto Loppi (entrambi componenti di lunga data della Banda dell’Arma dei Carabinieri) recentemente “andati avanti”. Alle loro famiglie e alla banda rinnoviamo le nostre più sentite condoglianze. Il Col. Massimo Martinelli (Maestro direttore della Banda dei Carabinieri) ha conferito un particolare riconoscimento/ricordo ai tre componenti caprolatti (Romeo Pecorelli, Paolo Stefani e Alessandro Ferri) della compagine musicale da lui diretta, con cui si onorano il loro impegno e la loro dedizione.
Potrete riascoltare, sul canale YouTube di Alamari Musicali Official, i brani eseguiti durante il concerto – cliccando sui link qui indicati – grazie alla dedizione e all’impegno della “nostra” Valentina Chiarelli (detta “la fedelissima”).

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Non ha senso se non ha swing

Fotografia di proprietà de “La Prealpina

Gazzada Schianno, 2 Agosto 2024

Il parco della bellissima villa sette-ottocentesca appartenuta alle facoltose famiglie dei Perabò, dei Melzi e dei Cagnola (e ora nota, semplicemente, come Villa Cagnola) ha ospitato un bellissimo concerto della Banda musicale del Corpo della Guardia di Finanza, nell’ambito della quarantasettesima edizione della rassegna Musica in Villa. Ampio e variegato il programma musicale offerto dalla formazione musicale delle Fiamme Gialle diretta dal Maestro Col. Leonardo Laserra Ingrosso: brani di musica barocca, lirica (in particolare, Giacomo Puccini e Giuseppe Verdi), pop (in particolare, You are the sunshine of my life di Stevie Wonder), jazz e colonne sonore (quelle di Hans Zimmer sono un cavallo di battaglia di questa banda) – oltre, naturalmente, alla marcia d’ordinanza del Corpo della Guardia di Finanza, che celebra proprio quest’anno il duecentocinquantesimo anno di esistenza, e all’Inno Nazionale della Repubblica Italiana – hanno incantato i numerosi presenti. Tra questi – oltre al Comandante Interregionale dell’Italia Nord Occidentale (Gen. C.A. Fabrizio Carrarini) e al comandante provinciale della Guardia di Finanza (Gen. B. Crescenzo Sciaraffa) – il Prefetto (Salvatore Pasquariello) e il Questore (Enrico Mazza) di Varese, il Sindaco di Gazzada Schianno (Stefano Frattini) e il Presidente della Provincia di Varese (Marco Magrini), il comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri (Col. Marco Gagliardo) e altre autorità civili, militari e religiose locali. A fare gli onori di casa – insieme al presidente della Pro loco di Gazzada Schianno (Angelo Carabelli) – un’ospite d’eccezione: il Ministro dell’Economia e delle Finanze della Repubblica Italiana (on. Giancarlo Giorgetti), nato nella vicina Cazzago Brabbia: «… Sono orgoglioso di portare qui, nella mia terra, il corpo musicale della Guardia di Finanza, che compie duecentocinquant’anni… Sono anche orgoglioso di mostrare a tutti voi una realtà che, grazie al volontariato della Pro loco, guidata magistralmente da Angelo Carabelli, da quarantasette anni fa cultura musicale di altissimo livello».

Tra le esecuzioni più applaudite, il Te Deum di Marc-Antoine Charpentier (in cui hanno brillato le trombe barocche dei solisti Domenico Agostini e Paolo Maio)

Marc-Antoine Charpentier compose il TE DEUM (H. 146 in re maggiore per soli, coro ed orchestra) fra il 1688 e il 1689, nel periodo in cui ricoprì il ruolo di Maestro di musica nel collegio gesuita presso la chiesa di Saint Louis-le-Grand in Rue Antoine a Parigi. Secondo alcune fonti, invece, la composizione risalirebbe al 1692 e sarebbe stata scritta per celebrare la vittoria militare dell’esercito francese al servizio del re Luigi XIV a Steinkerque). Da molti anni il preludio è utilizzato come sigla dei collegamenti televisivi in eurovisione.

Anche il primo clarinetto (1° Lgt Antonio Galella) ha avuto il suo momento di gloria, con la esecuzione del brano Jazz band composto – per Clarinetto in Sib e banda – da Luciana Sasdelli e Amedeo Tommasi e trascritta da Didier Ortolan in onore del grande clarinettista Henghel Gualdi.

Probabilmente, però, il brano che ha dato un significato particolare alla serata è stato It don’t mean a thing (if don’t have that swing)

Edward Kennedy “Duke” Ellington (Washington, 29 aprile 1899 – New York, 24 maggio 1974) lo compose – proprio nel mese di Agosto (del 1931), durante l’intervallo di uno spettacolo alla Lincoln Tavern di Chicago – ispirandosi a una frase che il suo trombettista Bubber Miley (che, proprio in quei giorni, stava morendo di tubercolosi) era solito dire. Proprio grazie a quel titolo, in cui compariva per la prima volta in assoluto, la parola swing entrò nel linguaggio comune e diede il nome all’era musicale che stava iniziando e che fu poi chiamata “l’età dello swing”. Il pezzo, il cui testo fu scritto da Irving Mills – rimase per decenni nel repertorio dell’orchestra di Ellington e, fino al suo scioglimento, veniva eseguita quasi in ogni concerto. Poi divenne uno standard jazz tra i più famosi in assoluto e il titolo è assurto quasi al rango di proverbio.

Al temine del concerto, tutti i presenti si sono alzati in piedi e hanno intonato Il Canto degli Italiani : composto e scritto, nel 1847, da Michele Novaro (che si basò su un poemetto patriottico scritto dal giovanissimo Goffredo Mameli), fu scelto da Giuseppe Verdi per rappresentare il neonato Regno d’Italia nel suo Inno delle Nazioni (composto per la Esposizione universale che si tenne a Londra nel 1862) e divenne poi Inno Nazionale della Repubblica Italiana (in sostituzione della Fanfara e marcia reale d’ordinanza composta da Giuseppe Gabetti) de facto il 12 Ottobre 1946 e de iure il 30 Dicembre 2017. Continuare a preferirgli il coro Va’ pensiero tratto dall’opera Nabucco dello stesso Verdi, non ha pertanto alcun senso.