Nel 1782 Giovanni Paisiello aveva composto un’opera dal titolo “Il barbiere di Siviglia o La precauzione inutile”, che aveva ottenuto un grande successo al Teatro dell’Ermitage di San Pietroburgo (RU-SPE) ed era molto piaciuta persino all’imperatrice Caterina la Grande. Qualche tempo dopo (Paisiello era ancora vivo), dalla medesima commedia Almaviva o sia L’inutile precauzione di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais (Beaumarchais), Cesare Sterbini scrisse il libretto di una delle più celebri opere di Gioachino Antonio Rossini (e della musica mondiale): Il barbiere di Siviglia (Almaviva o sia L’inutile precauzione). A dire il vero, la prima recita di quest’opera lirica in due atti – che ebbe luogo il 20 febbraio 1816 – fu subissata dai fischi nel Teatro Argentina di Roma (Rome, Italy): probabilmente tra il pubblico sedevano molti seguaci del compositore napoletano (in realtà Giovanni Paisiello era nato a Taranto, ma lo ritenevano napoletano “d’adozione”) giunti appositamente per boicottare l’opera…magari sostenuti dagli impresari del concorrente Teatro Valle di Roma. Infatti le successive innumerevoli repliche ottennero un enorme successo e l’opera del compositore pesarese finì ben presto per oscurare la precedente versione, divenendo una delle opere liriche più rappresentate al mondo. La partitura di Gioachino Rossini (Gioacchino Rossini) prevedeva l’utilizzo di due flauti (anche ottavini), un oboe (due oboi solo nella Sinfonia), due clarinetti, due fagotti, due corni, due trombe, timpani (solo nella Sinfonia), grancassa, sistri, chitarre, macchina del vento e archi. In questo collage fotografico noterete la mancanza di molti di questi strumenti, ma – soprattutto se ascolterete la registrazione audio con gli occhi chiusi – potreste non sentirne la mancanza poiché il M° Andrea Bagnolo ha trascritto personalmente la Cavatina di Rosina Una voce poco fa per l’organico musicale della Fanfara del III Reggimento Carabinieri Lombardia-Milano. E di certo la meravigliosa voce del flicornino soprano di Edi Zuliani non vi farà rimpiangere né la contralto Geltrude Righetti Giorgi (la prima Rosina della storia) né Giuseppina Ronzi de Begnis (Giuseppina Ronzi), Benedetta Rosmunda Pisaroni, Maria Malibran, Henriette Méric-Lalande, Adelaide Borghi-Mamo, Adelina Patti, Elvira de Hidalgo, Margherita Carosio, Gianna Pederzini, Giulietta Simionato, Marylin Horne, Maria Callas, Roberta Peters, Gianna D’Angelo, Teresa Berganza, Margherita Guglielmi, Beverly Sills, Agnes Baltsa, Cecilia Bartoli, Kathleen Battle, Maria Bayo e Rinat Shaham.
P.s.: Lo ammettiamo: forse qualcuno di questi paragoni è un pochino azzardato…ma è davvero molto bravo!